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Associazione Culturale Micene
           

 

 
 
 
 

 

   

 

- L'erotismo -

 

 

Pareri raccolti: 10

Età delle persone intervistate: tra i 28 e i 47 anni

Periodo dell’inchiesta: dal 02/10/06 al 15/11/06

 

"Si può parlare di erotismo senza volgarità ed ansia ma con ironia e garbo?"

Da questa mini-inchiesta è emerso che l’erotismo sia tema delicato per poter essere dibattuto con chiunque a cuor leggero. 
Premessa: siamo circondati da costanti riferimenti alla nostra sfera più privata, da tante allusioni (probabilmente più forti nella pubblicità della carta stampata che non in televisione) e doppi sensi. L’impressione generale, a ben vedere, è che proprio sui grandi mezzi di comunicazione sia in atto un percorso di maggiore sensibilizzazione sull’erotismo: provatevi a rivedere certe trasmissioni tv o pubblicità di 10/15 anni fa, e scoprirete che il cattivo gusto, all’epoca, era non infrequente.  I giornali saranno pure ricchi di gossip e le reti televisive generaliste carenti quanto a qualità; però nei media la volgarità ,nel senso di esibizione gratuita di corpi, pare (diciamolo sottovoce chè non si sa mai...) in leggera diminuzione.
Torniamo al tema dell’inchiesta: di erotismo si può parlare senza ansia?
A giudicare dalle risposte ottenute, sembrerebbe di no: tra i pareri raccolti, infatti, nessuno ammette espressamente che se ne possa trattare senza ansia.   Tutti d’accordo invece sul fatto che parlarne lasciando da parte la volgarità sia la cosa migliore da fare; secondo alcuni non si deve dibattere di eros con chiunque ma solo con gli amici; un altro parere va nello specifico: ‘con gli amici sì, ma solo scherzosamente’.  
E ancora: se manca la tranquillità è per colpa della tv, che impone i propri (e non i reali) modelli di bellezza.  Parlarne sì, dunque, tuttavia con parsimonia. Soprattutto evitando particolari che oltre ad essere imbarazzanti risulterebbero fastidiosi . E’, nelle risposte ottenute, una tendenza generale; in un caso comunque, si ammette che si possa parlarne senza inibizioni (anche in questo caso però senza trascendere nella scurrilità).
Il garbo, allora. C’è chi si dice convinto che sia da recuperare ciò che la letteratura dei secoli passati propone sul tema, che in materia riusciva ad essere seducente senza fare riferimenti diretti. In questo modo – viene sostenuto – si potrebbe migliorare l’approccio che attualmente si ha verso l’erotismo.  Molto interessante il prossimo parere: attingiamo anche al vasto repertorio del nostro italiano! Si utilizzino termini opportuni, né troppo spinti ma neppure asettici.  Le donne intervistate sono infastidite non poco dai termini espliciti che alcuni maschi talora usano.
Un altro interessante punto di vista è questo: essere misteriosi, quando si ha a che fare con l’erotismo, stuzzica.  Certo, tutto ciò dipende dagli individui, si è detto. Nel caso in cui si superi il limite della volgarità, sembra affiorare (in parte) la possibilità che il rapporto di conoscenza con chi esagera sia a forte rischio.

Cosa ha cercato di dimostrare questa breve inchiesta: che l’argomento non è più, probabilmente, un  ‘babau’  come accadeva per il passato. Non sarà quindi forse da annoverare più tra i tabù, l’erotismo; comunque, è meglio sempre procedere con una saggia cautela. La vera chiave di volta per sdoganare e rendere ancor meno ansiogena la visuale che si ha dell’erotismo è (almeno per chi scrive) la ricerca delle corrette espressioni da usare, sempre all’insegna della naturalezza e dell’assoluto  rispetto reciproco.

 

18 novembre 2006

 

Matteo Cogorno

 

   
     

 

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