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- Spider, ovvero della coscienza -

 

Siamo tutti dei ragni. Non siamo tedeschi ai piedi del muro di Berlino, né siamo americani di fronte alle macerie delle torri gemelle. Siamo tutti dei ragni. Pazzi. Detto così può suonare offensivo, e poi magari qualcuno di voi è facilmente impressionabile e odia in particolare i ragni. Beh, se non volete essere ragni potete essere formiche; in ogni caso non c'è niente da fare, siamo una qualche specie di insetto. Non ci credete? Ho letto "Spider" di Patrick McGrath: non avevo mai letto nulla di questo autore e ho scelto di leggere questo suo libro perché Cronenberg (di cui sono un fan) ne ha tratto un omonimo film. "Spider" parla di coscienza soggettiva: un uomo resta intrappolato nella ragnatela da lui stesso costruita per difendersi e impazzisce al punto da compiere un orrendo delitto. Il punto è: quali sono i limiti entro i quali la nostra costruzione soggettiva della realtà ha a che fare con la realtà oggettiva? E poi, cos'è la realtà oggettiva? Dennis Cleg, protagonista del libro, è soprannominato Spider per via della sua conformazione fisica che ricorda un piccolo ragno appunto: ha un corpicino scheletrico dal quale, come oggetti estranei, partono dei lunghi arti magrissimi (uno descritto così è destinato a finir male...). Il piccolo Cleg è un bambino normale ma lentamente nella sua testa comincia a insinuarsi un atroce dubbio riguardo a sua madre. Tutto nasce dal fatto che Cleg bambino assiste a scene familiari assolutamente consuete per una persona adulta, ma del tutto incomprensibili per un bambino. Di fronte all'ignoto che appare improvviso in casa sua, Spider reagisce nell'unico modo in cui tutti siamo in grado di reagire: interpreta ciò che non riesce a capire sulla base delle informazioni di cui dispone. Il suo non è nient'altro che un tentativo di decifrare la realtà, per arrivare in qualche modo a comprenderla. Non è uno stupido procedimento infantile: è un procedimento scientifico. Un essere umano si trova di fronte ad un fenomeno inspiegabile; avanza delle teorie; le verifica sulla base di ripetuti esperimenti. Ma Popper ci insegna che un uomo non è una macchina priva di emozioni: la sua spiegazione al fenomeno sconosciuto (la sua teoria) sarà il frutto anche delle aspettative, del bagaglio culturale ed emotivo assolutamente soggettivo che ciascuno di noi porta con sé. Allora in realtà, ciò che esiste fuori di noi esiste solo nella forma in cui noi lo facciamo esistere. Ognuno azzarda spiegazioni in base a ciò che sa, a ciò che ha vissuto e anche a ciò che vorrebbe che fosse. Esattamente come Spider. Di fronte all'ignoto, Spider riorganizza la realtà in modo che questa acquisti un senso, per quanto terribile possa essere. Sempre meglio essere terrorizzati di fronte a qualcosa che si può capire, che essere incapaci di decifrare il mondo che ci circonda: è sempre stato così dalla notte dei tempi popolata di dei antropomorfi che spiegassero la pioggia e il fulmine. E allora il piccolo Cleg inizia lentamente a costruirsi un suo mondo interiore, un luogo nel quale ogni cosa abbia un senso, una piccola casa, una ragnatela. E ogni filo di questa ragnatela è fatto dalle prove che i comportamenti dei suoi genitori sembrano offrirgli. E' un lavoro lento e paziente che mi ha ricordato quello di un altra creatura. Sto parlando del protagonista de "La formica elettrica", racconto capolavoro di quel genio di P. K. Dick. Un uomo scopre di essere in realtà un androide (formica elettrica è il nome con cui gli uomini che non sanno di essere androidi sono definiti nel racconto) e di poter manipolare, tramite un congegno meccanico costituito da un nastro, la realtà che lo circonda. O meglio, scopre di poter manipolare la propria realtà soggettiva: "... se controllo il nastro, io controllo la realtà. O almeno la realtà che mi riguarda. La mia realtà soggettiva... l'unica realtà che esiste. La realtà oggettiva è una costruzione sintetica, che ha a che fare con un'ipotetica universalizzazione di una moltitudine di realtà soggettive". Ed allora comincia a effettuare diversi esperimenti su se stesso. Anche qui il tema è lo stesso: la realtà che vivo è la realtà che invento. E allora cos'è la pazzia? E' l'incapacità di accorgersi che esiste una realtà oggettiva diversa da quella soggettiva creata dalla nostra coscienza, o è la presunzione che tale realtà oggettiva esista? In realtà entrambe e nessuna. Cleg non è pazzo perché costruisce un suo metodo di interpretazione della realtà: è pazzo perché uccide. Badate bene, la sequenza logica è proprio questa: Cleg è pazzo perché uccide, e non Cleg uccide perché è pazzo. In altre parole, la pazzia nasce dal confronto tra le diverse realtà soggettive dei protagonisti del libro e tale confronto è come sempre violento e traumatico per tutti. Ma il mondo che Spider costruisce dentro di sé non è un mondo di per sé più o meno folle di quello che esiste dentro di me o dentro uno qualunque di voi. Allora o siamo tutti pazzi o non lo è nessuno. In ogni caso siamo tutti dei ragni.

 

Dicembre 2002

 

Edoardo Bottini

 

   
     

 

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