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Associazione Culturale Micene

- Arte e Spettacolo -

           
 

 

 

 

   

 

- Museo "La Civitella" -

Chieti

 

Un corto corridoio slargato verso la strada immette in uno spazio circolare, che consente l'ingresso al museo.

Dopo due rampe di scale, una ipermoderna biglietteria e un personale sempre disponibile accolgono i visitatori: il pavimento leggermente rialzato verso il bancone convesso, lampade che simulano rami, colori vivaci e brillanti di alcune suppellettili sono un assaggio delle novità che il turista avrà modo di apprezzare.

Tre sono i possibili approcci e quindi i percorsi del museo: “l’inizio della storia urbana”, “da Roma a Ieri” e “la Terra dei Marrucini”. Il visitatore ha libertà di scelta a 360°.

“L’inizio della storia urbana” mostra i ritrovamenti relativi alla fase repubblicana di Chieti (III, II secolo a.C.). Splendidi reperti di terracotta, alcuni ben conservati nel colore e nell’unità, raffinati panneggi delle vesti delle figure inquadrate nei frontoni dei tempi sono inseriti in un ambiente con sottofondo musicale, perfettamente aderente alle caratteristiche dei frammenti. Si accede alla sala principale dopo aver percorso un corridoio, lungo il quale sono esposte le antefisse (coppi terminali del tetto degli edifici sacri chiusi da lastre decorate a rilievo), illuminate singolarmente da una luce proveniente dal basso.

Fra i tanti oggetti meritano anche le monete, brillantemente esposte e in buone condizioni di conservazione. Alcune provenienti dalla Grecia, dalla Sicilia, dal basso Tirreno.

Un’intera sezione è dedicata alla “Terra dei Marrucini”. Si ripercorrono i periodi e le caratteristiche salienti di questo popolo, grazie a un allestimento studiato in modo quasi ossessivo, per ogni tipo di reperto, sempre in relazione allo spazio espositivo.

La “grotta della Dea” del colle di rapino (strepitosa) riassume la storia dei Marrucini dal Paleolitico superiore fino all’età ellenistica. Per tutto il percorso si sviluppa una carta geografica, che permette di individuare i principali luoghi.

Il nostro percorso termina con la storia “da Roma a Ieri”, un quadro asciutto ed efficace di Chieti al tempo dei romani: le terme, l’anfiteatro, la vita pubblica, i grandi personaggi, i sotterranei. Sempre brillante lo spazio espositivo. Neanche la presenza di un’opera contemporanea denatura l’atmosfera. In una delle sale è ricostruito un pavimento a mosaico. Basta distrarsi un minuto e, quasi per magia, le tessere compongono un motivo completamente diverso: si tratta in realtà di un artificio semplice, eppure ingegnoso. Immagini proiettate dall’alto sopra uno “schermo” di vero mosaico a tessere tutte bianche. In un’altra sala, l’apoteosi della sperimentazione: frammenti scultorei sono tenuti sospesi da fili invisibili in uno spazio rivestito di tessuto nero; sul pavimento, uno specchio.

Una serie di proiezioni accompagna l’uscita.

Diamo un giudizio molto positivo per le caratteristiche uniche dell’allestimento, per la possibilità di visitare i resti dei templi e dell’anfiteatro restaurato, ma anche per il panorama mozzafiato che si osserva all’esterno, senza dubbio uno dei più belli dell’Abruzzo.

 

Sito internet di prossima attivazione: www.lacivitella.it

 

Carlo Cellini

 

   
     

 

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